Stemma di Manduria
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Manduria
é una città dalle antichissime e nobili origini.
Secondo la tradizione fu fondata diversi secoli avanti Cristo
dai Messapi, popolo di probabile origine egeo-cretese-illirica,
sulla cui storia, costumi, lingua solo nell’ultimo cinquantennio
si può dire siano stati avviati studi approfonditi e
scientificamente validi.
Si ritiene che, inizialmente nella regione salentina siano giunte
popolazioni dall’ Egeo, verso il X-XII secolo A.C., alle
quali nei secoli successivi si sono sovrapposte popolazioni
d’origine illirica. Non a caso la leggenda, pur mancando
di supporti scientifici, vuole che Manduria sia stata fondata
dai Cretesi, se non addirittura, secondo qualche altra fonte,
dai Fenici.
Manduria fu una delle più importanti città della
dodecapoli messapica ed è uno dei pochi centri che conserva
resti imponenti di tale antica civiltà. Più di
una pagina della storia antica fa cenno di Manduria, in quasi
perenne lotta con i Tarantini e i loro alleati, tanto che, sotto
le sue mura, cadde in combattimento Archidamo, |
re di Sparta, venuto in aiuto dei Tarentini, nel 338 a. C.
secondo Plutarco. Nel territorio di Manduria si accampò
Annibale durante la seconda guerra punica, assediò
e conquistò la città e successivamente, come
riporta Tito Livio nelle sue Storie, fu a lungo assediata
dal console Quinto Fabio Massimo che la espugnò depredandola
e traendone circa quattromila prigionieri. Nel periodo successivo,
durante la conquista romana e la decadenza dell’Impero,
la condizione di Manduria è comune a quella di molte
città della Puglia. Si registra la presenza dei Bizantini
e dei Longobardi e le distruzioni e saccheggi ad opera dei
Goti, dei Saraceni, degli Agareni. In quell’epoca Manduria
venne a trovarsi al confine del ben noto “Limitone dei
Greci” che separava i Bizantini dai Longobardi.
La cittadella si trovò inclusa nella parte greca mentre
parte del suo territorio rurale fu incluso nella parte longobarda,
come è attestato da alcuni toponimi tuttora esistenti.
Notevoli furono le sopravvivenze del rito greco, malgrado
che, con l’arrivo dei Normanni, questi ultimi privilegiarono
la religione cattolica romana. Nel 1090, con l’arrivo
dei Normanni, Ruggero la fece riedificare in un angolo della
distrutta città messapica, col nome di Casalnuovo,
o più esattamente Case Nuove. In essa si rifugiarono
gli scampati alle scorrerie barbariche che si erano sparsi
nelle campagne in piccoli nuclei abitati.
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Mura Messapiche
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Scarne sono le notizie
successive, almeno sino al XVI secolo. Sappiamo che il feudo
fu in parte concesso all’Ospedale di San Giovanni Gerosolimitano
di Brindisi. L’altra parte fu concessa a Filippo Montefusco
per poi passare, attraverso vari feudatari, fra i quali Luigi
De Hugot che riunificò il feudo, a Giovanni Antonio
Orsini del Balzo (1423).
Alla morte di costui il feudo ritornò alla Regia Corte
che nel 1500 lo cedette a Roberto Bonifacio, uomo d’arme
che a Casalnuovo aggiunse Francavilla e Oria. Il Bonifacio
ottenne, altresì, il titolo di Marchese. Alla
sua morte il feudo passò al figlio Giò Bernardino
Bonifacio, uomo colto, umanista, “spirito libero del
‘500”, che dopo pochi anni, perseguitato per le
sue idee liberali e calviniste, riparò all’estero.
Trascorse il volontario esilio prima in Svizzera e infine
a Danzica dove morì. Dopo i Bonifacio, il feudo subì
vari passaggi sinché fu donato dal re di Spagna nel
1563 alla famiglia Borromeo, in persona di Federico Borromeo
omonimo del celebre cardinale manzoniano, suo discendente.
Morto solo pochi mesi, il feudo passò al fratello Carlo,
futuro santo e compatrono della città, che nel 1565
ne prese possesso per poi cederlo nel 1568 per 40.000 ducati.
Il santo, secondo fonti storiche attendibili, distribuì
tale somma in venticinque giorni al popolo di Milano, stremato
dalla peste.
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Castello Imperiali
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Nel 1572, infine, la Regia
Corte vendette il Marchesato al principe Davide Imperiali,
della nobile famiglia genovese Imperiale, di origine rutena.
Gli Imperiali tennero il feudo per poco più di due
secoli, dimostrandosi governanti illuminati, sino a Michele
IV, morto nel 1782, senza prole, nipote del ben più
noto Michele III, certamente il più insigne rappresentante
della famiglia .
Il primitivo nucleo normanno, raccolto attorno alla Chiesa
Matrice ed al castello, si andò sempre più ampliando,
sì che tra la fine del XV secolo ed il principio del
XVII, Casalnuovo divenne città di notevole importanza.
E’ di questo periodo la eccezionale crescita di Casalnuovo,
grazie alla immigrazione di un gran numero di famiglie provenienti
dall’Albania e dal Levante, nonchè dal Salento,
dalla Terra di Bari e da altri paesi del Meridione, come si
può rilevare dai cognomi di molte famiglie mandurine
e come può desumersi da quel singolare ed unico documento
che è il “Librone Magno”, registro impiantato
nel 1572 dall’arciprete Lupo Donato Bruno. Per mezzo
di tale documento, a partire dal XV secolo, è possibile
rintracciare la genealogia di moltissime famiglie.
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La
crescita della città è attestata dalle molte
Chiese e Conventi che furono costruiti in tale periodo, a
conferma dell’importanza del ruolo che la città
ha sempre avuto, sin dai tempi antichi, per la sua felice
posizione topografica, posta com’era sulla via Traiana
ed equidistante da Brindisi, Taranto, e Lecce. Nel
1789 la cittadina, che aveva sempre conservato il ricordo
e l’orgoglio dell’antico nome, chiese ed ottenne
da Ferdinando IV, re delle Due Sicilie, di riprendere il nome
di Manduria. Le vicende del secolo successivo si identificano
con quelle del Reame di Napoli: la rivoluzione napoletana,
il decennio francese, la restaurazione, i moti risorgimentali,
ai quali Manduria non fu estranea con i suoi patrioti e perseguitati,
fra i quali Nicola Schiavoni, Salvatore Filotico, Giacomo
Lacaita ed altri.
Con
l’Unità d’Italia Manduria vede aumentare
la sua crescita demografica, benchè funestata da ricorrenti
epidemie, quali il colera del 1865 e del 1886. Sul finire
dell ‘800 e all’inizio del ‘900 anche Manduria
è toccata dalle lotte sociali e dalle rivolte contadine,
i cui epigoni, pur con diverse connotazioni, si ripeteranno
nel 1956 e nel 1960.
Si
succedono poi la Prima Guerra Mondiale, il periodo fascista,
la Seconda Guerra Mondiale, l’8 settembre, l’arrivo
degli alleati, la rinascita delle libertà nella Repubblica
democraticamente eletta nel 1946.
Da sottolineare come, a partire dalla seconda metà
del XIX secolo la città ha avuto una notevole espansione
demografica e di conseguenza urbanistica con la creazione
di numerosi nuovi quartieri.
http://www.parcoarcheologicomanduria.it
(Sito ufficiale del Parco Archeologico
di Manduria)
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